L’abbigliamento tradizionale sardo, soprattutto nelle fogge rituali e festive, era completato da gioielli, più o meno preziosi e numerosi, a seconda delle località e delle possibilità economiche degli individui.
Sino ad un passato non ancora concluso numerosi orafi ed argentieri, che esercitavano il mestiere soprattutto nelle città e diffondevano i loro manufatti in tutta l’Isola, erano i depositari di un’arte affinata lungo i secoli, anche tramite l’assimilazione di “mode” esterne.
Da questo dialogo fra mondi culturali scaturirono gli inconfondibili bottoni e le collane in filigrana, gli orecchini, le spille ed i pendenti tempestati con perline di fiume, le elaborate “gancere” d’argento, rosari, talismani ed amuleti.
Questi ultimi sono il risultato dell’incontro fra ataviche credenze pagane ed il mondo cristiano ed erano destinati a proteggere gli individui dagli influssi malefici. Quasi sempre in argento, essi includono materiali non preziosissimi (conchiglie, fossili, vetri, coralli) con risultati che appaiono creativi e fantasiosi allo sguardo contemporaneo.
Fonti e testi a cura del dott. Gianmario Demartis
L’artista Paolo Curreli che da anni collabora con il nostro brand per la realizzazione delle grafiche, ha creato delle vere e proprie opere d’arte da indossare tutto l’anno.