Le Janas sono fate, spiriti delle natura, nel loro nome echeggia Diana, la dea lunare vergine sacra, Afrodite dea dell’amore e della guerra che arriva dal lontano Oriente. Il Dio unico ha scacciato le divinità antiche lontano, nei boschi, tra le rovine di antichi castelli, vicino alle fonti e naturalmente, nelle antichissime sepolture del neolitico: le Domus de Janas. Per i sardi, sono fate che custodiscono i tesori difficili da raggiungere, illudono gli uomini che raramente riescono ad impossessarsi delle loro ricchezze. E’ più facile invece che i mortali siano vittime dei loro dispetti. Sono vestite d’oro, bellissime ma con le pupille triangolari come le capre. Le ho volute disegnare però nella loro veste meno terrifica, quella delle “tessitrici magiche”, avvolte nel loro filo infinito. “Janas de Ortueri ischini a ricamare cun telajos de oro”. Il battito dei loro telai risuona ancora in certi luoghi nascosti e nelle notti di luna, se ancora qualcuno ha orecchie per sentirlo.
Testi e grafiche di Paolo Curreli